RASSICURARSI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Giovedì 12 Marzo 2020 18:03
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In questi giorni in cui il nostro territorio è colpito dalla situazione legata al Coronavirus, abbiamo sperimentato tutti una vulnerabilità oltre soglia. Ci si trova davanti a un tempo vuoto, lungo, a cui non si è più abituati. Questa emergenza sanitaria ci pone di fronte a uno dei più grandi dualismi che caratterizza la nostra società: funzionare versus esistere. 

Finora nella nostra società si è privilegiato il funzionare (M. Benasayag, psicoanalista). Non possiamo contemplare di non essere sempre operativi e performanti; quindi, quando ci scontriamo con qualcosa che ci impone di fermarci prendiamo consapevolezza della nostra fragilità e andiamo in ansia. Questo avviene perché non abbiamo dimestichezza con il nostro essere fragili, con la possibilità di fermarci e di prenderci cura di noi stessi e degli altri. L’ansia aumenta perché deleghiamo la funzione di calmarci all’esterno, come se da fuori ci debba essere garantita la nostra sicurezza.

La chiave di volta può consistere nello sviluppare un proprio senso di sicurezza interiore, dove la tolleranza emotiva ci permette di non essere nè troppo agitati nè troppo depressi, così da recuperare le capacità di cui abbiamo bisogno per vivere appieno la nostra vita, sebbene sia difficile. Il rallentamento dei ritmi quotidiani, imposto dalle limitazioni del contagio, è un tempo vuoto che abbiamo e possiamo impiegare non necessariamente per funzionare, ma per arricchirci come esseri umani.

L’Ordine Nazionale degli Psicologi ha redatto un vademecum psicologico per i cittadini (v. allegato a dx), che distribuirà anche nelle farmacie del nostro Paese. Si tratta di un contributo per orientare al meglio i nostri pensieri, emozioni e comportamenti. Il problema oggettivo del “coronavirus” diventa problema soggettivo in relazione al vissuto psicologico, alle emozioni e paure che il tema suscita in ciascuna persona. La percezione del rischio può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico che, non solo sono quasi sempre scarsamente giustificate sul piano oggettivo, ma aumentano il rischio perché portano a comportamenti meno razionali e ad un abbassamento delle difese, anche biologiche, dell’organismo.

Un atteggiamento psicologico adeguato è fondamentale per una più efficace protezione individuale e collettiva.

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